Brandini più competitiva? Serve Amici 2.0

Un ritocco per essere al top. Ha ancora un assetto incompleto la Pallacanestro Firenze versione 2012-2013. A quattro giorni dal raduno ufficiale la squadra che per il secondo anno consecutivo sarà affidata alla sapiente guida di Riccardo Paolini vive di certezze ma anche di dubbi.

Partiamo dalle certezze. Le partenze di Davide Lamma e Federico Bellina sono state ampiamente compensate dagli arrivi di Mattia Caroldi e Daniele Casadei. Il primo viene da una stagione opaca con Perugia, ma ha le caratteristiche che Paolini vuole: ovvero quelle del regista puro. Il secondo è il vero (ed unico) colpo di mercato. Casadei infatti è un “elité player” per la Divisione Nazionale A, soprattutto se parametrato ad una squadra di medio livello come Firenze. Fino a qui abbiamo parlato di certezze. Ci sono però anche note dolenti o stonate, decidete voi. In un campionato che, ad oggi, si preannuncia condito da trentotto partite di regular season, con ben sette turni infrasettimanali, Firenze per poter competere ha bisogno di rotazioni più ampie. A conti fatti, aspettando il rientro di Andrea Giampaoli (che non avverrà prima di metà novembre), Firenze dovrebbe partire con un quintetto composto da Caroldi, Rabaglietti (dato in ottime condizioni dopo l’operazione al ginocchio sinistro dello scorso febbraio), Sanna, Casadei e Capitanelli. Dalla panchina poi Paolini potrà fare alzare i soli Braa e Spizzichini, oppure Spizzichini e Sanna se lo stesso Paolini vorrà lanciare in quintetto proprio Braa. E qui siamo al punto interrogativo. Il classe ’93 arrivato da Reggio Emilia rappresenta una scommessa. Forse un po’ azzardata tenendo presente come la squadra è composta. Tenuto in grande considerazione un budget che non ha sicuramente concesso voli pindarici sul mercato, uno ulteriore sforzo per cercare di aumentare la competitività della squadra appare necessario. Oltre ai già citati Lamma e Bellina, Firenze rispetto alla versione che ha conquistato la salvezza ha due under di spessore in meno. Parliamo di Diego Monaldi (finito in Legadue a Casale Monferrato), ma soprattutto di Alessandro Amici.

“Cavallo pazzo” è tornato nella sua Pesaro, dove però non dovrebbe rimanere a lungo. Amici nella sua esperienza fiorentina ha lasciato dietro di sé luci ed ombre. A livello di talento in DNA è difficile trovare dei ’91 con la sua personalità (nel bene e nel male). E’ altrettanto vero però che la gestione di Amici, soprattutto nella prima metà dello scorso campionato, non è stata facile. Proprio in questi giorni sta faticando quattro ore al giorno per rimettersi in condizione dopo l’operazione alla caviglia sinistra, resasi indispensabile dopo la distorsione rimediata a giugno con la Nazionale sperimentale. La sua disponibilità dovrebbe arrivare per l’inizio del campionato. Stando alle indiscrezioni, Amici alla Pallacanestro Firenze tornerebbe molto volentieri. Un’occasione da sfruttare? Un rischio da correre? Chiamatelo come volete. Il punto è uno solo: a quelle condizioni economiche, Firenze difficilmente troverà un talento del peso specifico di Amici. Non ce ne voglia nessuno, ma noi votiamo sì al suo ritorno. Se la possibilità davvero esiste, va sfruttata. Per avere una Pallacanestro Firenze più completa fin da subito. E non soltanto in corsa.

Niccolò Casalsoli

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