Le parole sfumano e adesso c’è solo spazio al rumore sordo del pallone che rimbalza. Tutti a caccia di un trofeo affascinante, soprattutto per la formula. E si gioca in un palazzo dello sport, come il Mandela Forum, assetato di grande basket. Erano gli anni ’80, John Ebeling e J.J. Anderson a infiammare la passione dei fiorentini che sperano di tornare tutte le domeniche ad assistere a uno spettacolo che solo una rassegna del genere adesso può regalare a Firenze. Sotto la cenere cova la passione, con la Fiorentina (All Food) di Andrea Niccolai che sta facendo uno sforzo importante.
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Ma queste sono ‘beghe’ di una città che dal 14 al 17 febbraio, è pronto a tuffarsi con anima e cuore in questa quattro giorni di grandissima pallacanestro. Del resto il lotto delle concorrenti è di primissimo piano e anche chi arriva con la fama dell’intruso può estromettere corazzate che hanno tutto per fare strada in Italia e in Europa.
Qui, però, è tutto diverso, come hanno sottolineato a più riprese gli otto coach. Tutto cambia e anche i valori in campo possono mutare nello spazio di una partita. Lo sanno bene Milano e Venezia che nell’ultima edizione hanno masticato amaro, regalando due sorprese, targate però dalle altre squadre. Ma non dite a Pianigiani e a De Raffaele che sono i favoriti, perchè oltre a fare gli scongiuri di rito potrebbero – a ragione – portare esempi concreti. Servirà avere nervi saldi, capacità di gestire energie fisiche e mentali perchè chi arriverà alla finale dovrà giocare tre partite in quattro giorni, oppure tre consecutivamente. Insomma, i fattori di rischio sono tanti; ecco perché alla fine anche una Torino ‘qualsiasi’ può alzare il trofeo. Mai come quest’anno le incognite sulla competizione sono tante. Tutto questo a vantaggio dello spettacolo e degli appassionati che si alterneranno da domani a domenica sugli spalti del Mandela.
Gongola la Lega Basket, perché i numeri stanno raccontando che si potrebbe battere anche il numero delle presenze della passata edizione che si era attestato intorno alle 25mila unità. ‘Tanta roba’, come si dice da queste parti. Una cosa sola ora bisogna fare: mettersi a sedere (e scattare in piedi) per la propria squadra. Lo spettacolo inizia.
La Nazione – Giampaolo Marchini
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