“Bergonzi, Meneghin, Marzorati, Recalcati” by Associazione Amici di Piero Chiara (CC BY 2.0)
Il basket italiano è da sempre uno dei pilastri della cultura sportiva del Belpaese. Sebbene il calcio sia senza dubbio lo sport più praticato nel territorio nostrano, ed anche il più commercializzato, è altrettanto vero che negli ultimi anni i campetti di basket che si trovano nella città italiane sono in aumento. Poter divertirsi con la palla a spicchi senza per forza appartenere a un club o a un’associazione è un po’ come giocare a calcio per strada, ossia il miglior modo per imparare con naturalezza e poi fare il salto per l’apprendimento definitivo. La tradizione cestistica italiana è piena di grandi avvenimenti e di grandi vittorie, eppure nella storia recente di questo sport una delle foto più belle è senza dubbio quella che vede la nazionale italiana con addosso l’argento alle Olimpiadi del 2004. In quell’occasione la squadra allenata da Carlo Recalcati fu la rivelazione di un torneo nel quale gli Stati Uniti, battuti in amichevole poche settimane prima, non riuscirono a vincere come d’abitudine.
All’epoca, con la Benetton Treviso, la Fortitudo Bologna e la Montepaschi Siena che si contendevano la gloria in Italia e anche in Europa, l’Italia del basket poteva far affidamento su un ottimo bacino di giocatori. Mentre oggi invece la qualità media è scesa, come conferma il fatto che la squadra italiana con più possibilità di vincere l’Eurolega sia l’Armani Milano, che secondo le scommesse di bet365 si trova al sesto posto della griglia di partenza, all’epoca il livello del basket italiano era nettamente superiore. La spedizione di Atene fu preparata con attenzione e in quell’occasione il tecnico Recalcati, che aveva l’appoggio di tutto lo spogliatoio, poteva contare sul talento di uomini come Giacomo Galanda, Gianmarco Pozzecco, Gianluca Basile, Matteo Soragna, ma in generale era un gruppo solido di giocatori pieni di dedizione e attaccati alla maglia. Dopo essersi classificati secondi nel loro gruppo dietro la Spagna, gli azzurri iniziarono a sciorinare un basket veloce e risoluto, facendo affidamento tanto all’estro di Pozzecco come ai cosiddetti tiri “ignoranti” di Basile, che coniò questo termine dopo una delle sue grandi esibizioni da tre punti. Il quarto di finale contro Porto Rico fu la conferma che l’Italia poteva davvero andare a medaglia, sebbene la grande prestazione sarebbe stata quella in semifinale contro la Lituania.
I baltici, il cui sport nazionale è proprio il basket, erano i chiari favoriti, ma quel giorno Pozzecco e compagni diedero vita a un’esibizione senza precedenti, con Basile, Galanda e lo stesso Pozzecco straordinari dai tiri da fuori e tutti gli altri a combattere. La vittoria per 100 a 91 fu una pagina indelebile nella storia del basket tricolore, nonostante poi in finale gli azzurri vennero annientati da un’Argentina trascinata da un certo Manu Ginobili e da un grande Luis Scola. Il secondo posto di quell’Olimpiade è stato il più grande risultato raggiunto dall’Italia in questa competizione, il che lascia intendere l’importanza di questa medaglia. In futuro, per ripetersi, bisognerà ispirarsi all’impresa di questi ragazzi unici.