“Cavallo pazzo” è il soprannome che Alessandro Amici si è visto salire addosso dopo il 2 ottobre 2011. Alla prima partita in casa, contro la Romana Chimici Anagni, fu il protagonista della rimonta vincente della Brandini. Amici alla fine mise a segno 26 punti, presentandosi subito alla piazza fiorentina con il suo menù di eccessi. Nel bene e nel male. Fu anche il giorno del rombo della moto, un’esultanza rivolta al pubblico del Mandela Forum. Proprio nel palazzo di Campo di Marte, Amici ha lasciato un pezzo del suo cuore.
Ritornandoci per il Memorial Bellaveglia contro la Montepaschi Siena e con addosso la maglia di Pesaro, l’ala classe ’91 si commuove. “Se ripenso a quante emozioni ho provato qua dentro, mi commuovo – dice Amici con voce rotta ed occhi lucidi -. Mi ricordo la prima partita con Anagni, la moto, un gesto istintivo. Mi ricordo l’ultima partita con la Virtus Siena ed il calore della gente che ci ha accompagnato nelle ultime dieci partite. Firenze mi ricorda casa. In questa città ho lasciato tutto. Incredibilmente a Firenze ho trovato una famiglia. Sono stato molto bene. Non rinnego che mi sarebbe piaciuto molto giocare un’altra stagione qua”.
Amici ricostruisce così l’addio: “Non ci sono rimasto male, ho sempre avuto contatti con la dirigenza. La Vuelle questa estate è stata molto chiara: dopo l’operazione alla caviglia ha voluto che svolgessi la riabilitazione a Pesaro e mi ha fatto sentire molto coinvolto. Non è Firenze che non mi ha cercato, ma è Pesaro che ha chiuso subito la porta. Con i dirigenti di Firenze sono rimasto in ottimi rapporti. Appena arrivato in città sono andato subito a trovarli al PalaCoverciano. Mi dispiace non giocare qua, però proviamo a fare un passo in più ed a rimanere con Pesaro”.
In cuor suo Amici però avrebbe tanta voglia di tornare a vestire il biancorosso di Firenze. In sede ha parlato sia con il presidente Luca Borsetti che con il giemme Iacopo Del Lungo. La porta non è affatto chiusa per lui. Fosse per Amici, la spalancherebbe subito come sa fare lui, prendendola a spallate. “Penso proprio che la porta sia sempre aperta. Per ora ho voglia di cercare di ritagliarmi il mio spazio a Pesaro. Sarà dura ma ho sempre dimostrato di non mollare mai. Se Pesaro riterrà che non sono valido, ed avrò il mio da ridire in tal caso perché sono convinto di potercela fare, Firenze per me rappresenta sempre una valida occasione”.
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