Secondo anno alla Valdisieve e seconda stagione in cui la compagine di San Francesco affida le chiavi della regia a Giorgio Corsi. L’anno scorso è stata raggiunta una tranquilla salvezza, mentre quest’anno, dopo una partenza difficile, la squadra ha raggiunto un settimo posto che potrebbe maturare anche in qualcosa di più.
Qualche anno fa, quando Corsi approdò alla Cestistica Bernalda si raccontava come “Un playmaker, che al coach e alla squadra posso garantire testa, cuore e gambe” come sta dimostrando stabilmente gara dopo gara. L’abbiamo intervistato, e ci ha raccontato interessanti curiosità sul suo passato, sulla stagione in corso e sul futuro.
Giorgio Corsi, toscano doc classe 1986, è arrivato alla sua seconda stagione colla casacca bianco-verde della Valdisieve. Hai calcato parquet sia nella vecchia B2 sia di C nazionale, come ti stai trovando quest’anno giunti a metà campionato?
“Stiamo vivendo una bella annata, ci divertiamo in allenamento e c’è un gruppo in parte nuovo che si è affiatato subito e che non si è disunito dopo l’inizio difficile. A Valdisieve ho trovato un ambiente sereno, in cui ci sono tutti i presupposti per divertirsi e fare bene.”
Già a 14-15 anni esordivi in prima squadra a Montevarchi, quanto pensi e in cosa ti è servito “farti le ossa” a quella età, e più in generale che ne pensi della crescita dei giovani nelle serie inferiori? Sono un ottimo trampolino di lancio per poi salire di categoria?
“Ho avuto la fortuna di crescere nel periodo migliore della pallacanestro a Montevarchi, con giocatori forti ed esperti da cui imparare e un allenatore, Baggiani, che mi ha dato subito fiducia e minuti importanti. Oggi, con la difficile situazione economica, credo che la cosa migliore da fare per le società che hanno a disposizione budget limitati sia puntare su giocatori del proprio vivaio ed investire le poche risorse che ci sono sul settore giovanile. Di sicuro ai giovani che hanno qualità e potenzialità può fare solo bene confrontarsi prima possibile con i campionati senior, in qualsiasi categoria, per abituarsi subito ad un tipo di pallacanestro che ha poco a che fare con quella delle giovanili.”
A proposito, nel roster avete solo quattro giocatori classe ’80, te (’86), capitan Occhini (’84), Trentani (’86) e Cherici (’88), mentre l’ossatura della squadra è buona parte di nati dai ’90 in su. Come ti trovi in questo ruolo da chioccia per i più giovani? Parlaci dei tuoi compagni.
“Più che una chioccia mi ritengo uno dei meno giovani in una squadra giovane. Spero di essere un buon esempio per la serietà e l’impegno che ci metto e credo di poter dare qualche consiglio utile ai compagni. Ma il contesto mi aiuta molto, siamo un gruppo che si diverte a prendere la pallacanestro con la giusta dose serietà e professionalità.”
Visto che hai girato molte squadre e compagni, qual è stato il cestista più forte con cui tu abbia mai giocato? E quello più difficile da marcare da avversario?
“Tra i giocatori con cui ho giocato quelli che mi hanno impressionato di più sono Francesco Longobardi (Bernalda B2) e Simone Di Trani (Montevarchi B2). Tra I più difficili da marcare me ne vengono in mente diversi: di sicuro Claudio Bonaccorsi (in un vecchio derby San Giovanni-Montevarchi ce ne mise 57), poi Valerio Corvino e il mio amico Andrea Tracchi.”
12 punti, 4 rimbalzi e 3 assist di media a partita, ottimi numeri per un playmaker, e in generale tutta la squadra dopo un avvio difficile sta ingranando [4 vittorie di fila nel momento in cui scrivo], a quale traguardo può aspirare la squadra per questa e per le future stagioni?
“Dopo un inizio che poteva essere psicologicamente devastante (in particolare dopo il canestro beffa di Orsini a Carrara, che ci portò alla quinta sconfitta di fila) siamo stati bravi a compattarci e a continuare a lavorare bene in palestra, anche grazie a Pippo [Pescioli, coach di Valdisieve, ndr] che ci ha dato la tranquillità e gli stimoli necessari. I risultati sono arrivati (da quando ci siamo sbloccati a Legnaia siamo 9 su 12), purtroppo la formula senza playoff non aiuta a trovare obiettivi realistici, anche se ora andiamo a Empoli con tutta la tranquillità e l’entusiasmo. Siamo consapevoli di trovare una squadra sulla carta superiore, ma se ci dovesse scappare il miracolo si potrebbe anche iniziare a buttare un occhio al terzo posto. Altrimenti credo sia giusto onorare fino in fondo il campionato, cercare di vincere più partite possibile e continuare a lavorare bene in palestra anche nell’ottica dell’anno prossimo. La Valdisieve è una realtà sana e solida, che sta cercando anno dopo anno di fare un piccolo passo in avanti, credo che comunque andrà a finire questa stagione siano state messe le basi per un buon futuro.”
Invece, Parlando di Corsi, cosa vedi nel tuo futuro una volta terminata questa stagione? Hai intenzione di rimanere alla Valdisieve?
“Come già detto alla Valdisieve c’è un bel gruppo, una società seria e un allenatore che conosco dai tempi di Montevarchi e con cui mi trovo molto bene. Di sicuro resterei più che volentieri. Però da qualche anno la pallacanestro non è più l’unica priorità nella mia vita e Pontassieve non è proprio vicinissima a Montevarchi, dove vivo e lavoro. Vedremo a maggio.”