fonte: Simone Giorgi gonews.it -> Riccardo Paludi, da poco diventato allenatore della Pallacanestro Empoli, ha risposto ad alcune nostre domande riguardanti l’andamento della sua squadra, gli obiettivi che si è prefissato, le sue opinioni sul basket italiano al giorno d’oggi accentuando soprattutto il poco impiego di giovani provenienti dal settore giovanile.
Mister, questa non è la prima volta che siedi sulla panchina di Ponte a Elsa giusto?
Sì è così. Ero già stato allenatore della Pallacanestro Empoli per ben 3 anni, dal 2007 al 2010, quindi non ho mai chiuso i rapporti con la società. Quei 3 anni furono pieni di soddisfazione: raggiungimento i playoff nella stagione 2009/10 e il record storico di vittorie in campionato.
Dopo l’esonero di coach Mosi la squadra ha completamente cambiato marcia, infatti viene da 6 vittorie consecutive contando quella contro Fucecchio, qual è, secondo te, il motivo di questa svolta?
Non c’è un vero e proprio motivo. Io non sono uno che ha la ‘bacchetta magica’ a portata di mano e in grado di cambiare le cose radicalmente. Quando sono arrivato mi hanno chiesto un’unica cosa, ovvero cercare di vincere tutte le partite fino alla fine della stagione per centrare l’obiettivo della promozione in B2, infatti ho intensificato le ore di allenamento, facendo allenare i miei ragazzi tutti i giorni. Voglia di Vincere Blackjack. Comunque c’è da dire che in passato i campionati di serie C erano composti da squadre che potevano giocare tranquillamente in B.
Quali sono le tue considerazioni sulla prossima partita contro il Pino Dragons a Firenze?
È una partita che si presenta da sola visto che ci troviamo nella stessa posizione di classifica. Sarà fondamentale rimanere concentrati e lucidi perché giocare nel loro Palazzetto non sarà facile visto che è sempre pieno di gente che fa un tifo assordante. Noi dovremo cercare in tutti i modi di vincere, perché vincendo ci guadagneremo definitivamente il nome di squadra candidata alla promozione, ma soprattutto per non rendere inutile tutto ciò che si è visto di buono fino a questo momento.
Cambiando discorso, quali sono le tue impressioni sulla situazione del basket italiano al giorno d’oggi?
Io ritengo personalmente che il basket italiano stia vivendo un momento di profonda crisi, causato anche dalla situazione del nostro paese in generale. Basta pensare a una squadra come l’Olimpia Milano che domina in Italia senza problemi, mentre quando va a giocare in Europa, con squadre anche di bassa statura, incontra subito difficoltà e rischia di non qualificarsi per la fase successiva.
Realtà importanti e storiche come la Mens Sana, la Fortitudo, Treviso e Udine sono state costrette a ripartire da serie minori o addirittura sono scomparse, secondo te qual è o quali sono le cause principali del loro fallimento?
Una delle cause principali della loro debacle è stata la mancanza di soldi provenienti dagli sponsor che via via si sono ritirati. Inoltre ha inciso l’incompetenza della dirigenza a cui mancava anche personalità e lo sperperare molti soldi per l’acquisto di giocatori stranieri che si sono rivelati molte volte non all’altezza della cifra spesa.
Cosa potremmo fare per superare e risollevarci da questa crisi?
Innanzitutto dobbiamo cercare di dare più fiducia ai giovani provenienti dai vivai e di far giocare meno stranieri e il più alto numero di italiani possibili. Per esempio non ritengo giusto che anche nei campionati minori si debba tesserare uno straniero per forza e questo possa prendere il posto di un giovane promettente. Inoltre se riusciamo a spendere bene i pochi soldi rimasti e ad essere guidati da persone capaci e competenti potremmo cercare di risanare le numerose crepe create da questa situazione critica.