Questa mattina su le colonne de La Nazione Firenze, lunga intervista a Kyle Swanston. L’ala americana, prossimo allo sbarco a Firenze, si è raccontato a Giampaolo Marchini ed a tutta la città. Di seguito l’intervista completa.
Ci metterà’ davvero poco a conquistare gli appassionati di basket di Firenze. Solare e disponibile, una simpatia fuori dal comune, Kyle Swanston sta trascorrendo le ultime settimane di vacanze nella sua Spring Hill, sotto il sole della Florida. Il caldo per lui però non deve essere un problema. Non fosse altro per il sangue latino che gli scorre nelle vene. Di mamma statunitense, Swanston, oltre al passaporto americano, ha infatti anche quello delle Isole Saint Kittis and Navis. Due piccoli lembi immersi nel mar dei Caraibi, fra la Repubblica Domenicana e le Barbados, la patria di papà Kelston. «Mi aspetta una grande esperienza a Firenze – le sue prime dichiarazioni -. Sono eccitato per questo nuovo capitolo della mia carriera. Non vedo l’ora».
La sua ultima stagione in Ungheria dice che ha viaggiato a 20,5 di media…
«Sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto lo scorso anno, personalmente e di squadra. Ho giocato con buoni giocatori e mi sono trovato bene con il coach. Avevamo un gruppo che poteva vincere e perdere con tutti. Come sempre, dipende da quanto sei intenso e dalla passione con cui giochi. E’ stata una bella stagione».
Da metà agosto ad attenderla ci sarà Firenze.
«Giocherò a Firenze e mi sembra tutto irreale. Ho parlato con altri giocatori, con i miei amici, e tutti sono invidiosi. Sono pronto a vivere una delle città più belle del mondo. Firenze viene scelta dalle coppie per il viaggio di nozze, dagli universitari per i viaggi. It’s a dream city».
L’Enegan e coach Giordani l’hanno fortemente voluta per questa Legadue…
«E’ speciale quando una società ed un allenatore ti scelgono. Mi sento onorato. E’ fantastico sentirsi desiderato dal coach e dalla organizzazione. Sono pronto a dare tutto quello che ho per vincere con Firenze».
Che giocatore è Swanston?
«Mi piace giocare in velocità, andare a rimbalzo e corre in contropiede. Quando ho un tiro aperto, non lo rifiuto. Mi piace giocare rapido, anche in difesa. Per me la fatica non è un problema. Quando gli altri giocatori sono stanchi, beh io sono sempre certo di avere ancora energie e batterli».
Qui giocherà con Brandon Wood. In Ungheria siete stati avversari…
«E’ un giocatore speciale. Può giocare da guardia tiratrice e dare una mano come play. E’ un giocatore bravo perché sa vedere il campo e sa passare la palla. Con le sue iniziative sa attirare raddoppi e trovarti per un tiro aperto. Io e Wood possiamo essere una coppia davvero interessante».
Che cosa sa del prossimo campionato?
«Non conosco molto il contesto. So che ci saranno trenta gare di regular season e poi i play off. Il mio obiettivo arrivando in Italia è fare i play off. Puoi segnare un sacco di punti, ma alla fine se non vinci non conta niente. Per questo la cosa più importante è il risultato di squadra».
Vincere e magari trasmettere entusiasmo al pubblico del Mandela Forum. Un palazzo davvero grande…
«Credetemi, attireremo nuovi tifosi. Vi racconto un aneddoto dello scorso anno in Ungheria…».
Prego.
«Nelle prime partite in casa del Kaposvari c’erano forse 100 persone a vederci. Alla fine della stagione il nostro palazzetto era pieno, con tante persone che guardavano la partita in piedi. Voglio dare una mano anche in questo a Firenze. Giocare con tante persone che ti guardano e ti incitano ti fa sentire meglio e ti fa esprimere al top».
Giampaolo Marchini
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