«L’emergenza sanitaria legata al Covid19 porterà tutti a rivedere l’essenza dello sport. Compreso il basket». Marco Petrini, per nove anni presidente della Fip Toscana e da due mandati consigliere federale in quota dilettanti, è al lavoro per capire che cosa ne sarà della pallacanestro italiana e regionale quando il Coronavirus sarà messo in un angolo. Si pensa già al dopo, a come far ripartire l’universo del basket toscano, popolato da oltre duecento società, di cui un quarto su Firenze e provincia. Per questo Petrini, in attesa del consiglio federale del 15 aprile, pensa a come la Federazione può essere utile alle società per facilitare la ripartenza, quando naturalmente le condizioni sanitarie del paese lo consentiranno.
Petrini, come vede la pallacanestro post Coronavirus?
«Come tutto lo sport, forzatamente ridimensionata. Il paese avrà meno risorse, le famiglie avranno meno risorse e quindi anche lo sport. In questo contesto, la Fip avrà un compito preciso».
Si spieghi.
«La Fip avrà il compito di dare alle società quante più agevolazioni sarà possibile. Lo sport credo potrà essere un volano per la ripresa del paese».
Da Roma chiederete aiuto al Governo?
«E’ presto per dire che cosa succederà. Sicuramente siamo pronti a rimboccarci le maniche. Lo Stato però dovrà dare una mano anche al basket».
La Toscana è già al lavoro.
«Il presidente Cardullo ha già fatto partire dei tavoli tecnici che riguardano i campionati senior, giovanili e la parte amministrativa. I dirigenti federali sono chiamati a intercettare le richieste della base. Le società dovranno sentire la vicinanza della Fip».
Società che avranno meno risorse e chiedono già aiuto.
«Sarà proposta un’attività meno costosa a tutti i livelli, con tasse gara e tesseramenti dai costi ridotti. Anche sul tema dei Nas ci sono delle valutazioni in corso. Dobbiamo fare campionati più sostenibili e aiutare le società ad andare avanti. Con una precisazione».
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Prego.
«La Fip deve continuare a essere il garante di tutta l’attività. Questo ruolo deve continuare a essere centrale, soprattutto in una situazione così difficile e mai affrontata in precedenza».
Per l’attività giovanile, si parla già di riforma, con il ritorno alle annate dispari.
«E’ una scelta che mi vede totalmente favorevole. Non vogliamo che i nostri ragazzi e le nostre ragazze perdano anni di formazione. Intanto dico già che a tutti i nostri giovani che hanno partecipato ai campionati giovanili interrotti a fine febbraio sarà garantito l’anno di formazione maturato».
Ha paura che possa esserci una contrazione nei numeri dell’attività in Toscana?
«No, perché le nostre società regionali sono ben consolidate. Ci potrà essere una contrazione nella qualità, ma non nella quantità. Temo piuttosto problemi legati alle tempistiche di ripresa e gli impianti dove tornare a giocare».
In estate si potrò tornare a parlare di basket?
«Lo spero. Sarebbe bello poter tornare a giocare magari a minibasket, all’aperto, consentendo anche alle famiglie di rifiatare e poter tornare a contare sull’aiuto delle società sportive».
La Nazione 4 Aprile 2020
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