«In trenta, forse quaranta sono sbucati dal parcheggio di via Allende all’improvviso. Incappucciati, agitavano bastoni e cinture. Si sono avvicinati ai nostri tifosi, una dozzina, che erano arrivati con tre auto e avevano parcheggiato davanti al PalaMacchia. Li hanno accerchiati. I nostri sono scappati dopo aver consegnato bandiere, sciarpe e striscioni. Uno ha preso una bastonata in testa, per fortuna è stato colpito di striscio. Un altro fuggendo è cascato». Un pomeriggio da incubo, quello vissuto dai tifosi del Pino Dragons Basket, seconda squadra di Firenze, che ieri alle 18 era in trasferta a Livorno per la partita di serie C Gold contro il Don Bosco. A raccontarlo è il presidente della società gigliata, Luca Borsetti. «Un gruppo di facinorosi, teppisti. Il termine giusto è squadristi: hanno messo in atto un agguato particolarmente vile». L’aggressione è avvenuta pochi minuti prima delle 18, mentre dentro il palasport le squadre stavano completando il riscaldamento.
«Davanti alla fuga dei nostri ragazzi, quegli squadristi hanno desistito, non li hanno inseguiti, si sono accontentati dei trofei che avevano conquistato e si sono dileguati nel nulla con i nostri striscioni – racconta Borsetti -. Quando ho saputo dell’episodio ho chiamato il 113 ma ormai non c’era più nessuno». L’identità degli aggressori è un mistero. E anche il movente: tra Don Bosco e i fiorentini i rapporti sono ottimi. «Direi splendidi, così come quelli che abbiamo con le altre società livornesi», sottolinea Borsetti. Dunque? Il presidente dei fiorentini racconta un precedente avvenuto lo scorso campionato con la Pallacanestro Livorno: «In regular season un gruppo di tifosi PL tra i 50 e i 60 anni aveva minacciato i nostri e in gara-due di playoff a Livorno alcuni nostri tifosi erano stati già aggrediti con cinture e guanti, tanto che per gara-tre a Firenze avevo allertato la Digos e infatti la presenza della polizia aveva evitato qualunque problema».
L’assalto di ieri potrebbe essere il sequel di quell’episodio? «Non erano i tifosi della PL che conosciamo e che immagino fossero a Castelfiorentino a tifare per la propria squadra – continua Borsetti -. La mia impressione è che qualcuno abbia fomentato questi ragazzotti, tutti giovani seppure non identificabili visto che erano incappucciati. Dentro al palasport, durante la partita, parlando con alcuni livornesi ci è stato detto che potrebbero essere frequentatori della curva calcistica, ma io non accuso nessuno poiché non ho prove. L’unica cosa che posso affermare è che si tratta di squadristi, che in 30-40, con i volti nascosti da cappucci e sciarpe, hanno accerchiato e aggredito una dozzina di ragazzi usando bastoni e cinture».
Gli ultras del Pino Dragons sono una sessantina. «Ma quando giochiamo in trasferta, vengono sempre in 15-20. A Livorno erano 12, sono arrivati tranquilli, senza aver sentore di che cosa li aspettasse. Pochi minuti prima della palla a due hanno parcheggiato davanti al PalaMacchia e si sono trovati ad affrontare questa spedizione punitiva».
FONTE: Giulio Corsi, Il Tirreno
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