Camicia a scacchi e cappellino sulla testa. Accompagnato dalla fidanzata, Alessandro Amici lunedì scorso era sulle tribune del Mandela Forum. L’ala pesarese, quando gli impegni della sua Vuelle lo consentono, non disdegna affatto di far visita alla sua ex squadra.
Questione di amicizia e di affetto sincero. Amici è fatto così, quello che pensa difficilmente riesce a trattenerlo per sé. Lo si capisce semplicemente guardandolo in faccia. Chi scrive questo commento sostiene che tutto questo sia un bene, perché è sintomo di sincerità. A proposito di sincerità e chiarezza, arrivati alla fine del 2012, è giusto sgombrare definitivamente il campo sul tema “Amici torna oppure no”. Lunedì lo abbiamo visto parlottare con il presidente della Pallacanestro Firenze Luca Borsetti e con il general manager Iacopo Del Lungo. Un colloquio a tre, c’è chi dice chiarificatore.
Amici per questa stagione non fa parte dei piani tecnici della squadra gigliata. Lui, chiuso a Pesaro in un limbo di “non gioco” che fa solo male alla sua crescita, tornerebbe “di corsa” in riva all’Arno. Ha rifiutato qualche occasione in DNA per aspettare Firenze. L’opinione di “Cavallo pazzo” la conoscono anche i muri. A Firenze ha lasciato un pezzetto di cuore. Se un paio di mesi fa le possibilità di un suo ritorno sembravano in netta ascesa, oggi la situazione è decisamente diversa.
Paolini infatti ha costruito una squadra che funziona a meraviglia. Otto vittorie su tredici giornate e Brandini attaccata al treno dell’alta classifica. Chi se lo sarebbe immaginato? Nemmeno lo stesso Paolini, bravo nel mettere insieme anime diverse in uno spogliatoio molto unito. Il giocattolo Brandini funziona bene, la sensazione (mista a verità) è che non lo si voglia toccare. Insomma, che non si vogliano creare turbative. Inserire Amici, un giocatore non di contorno, lascia troppi dubbi nella testa della dirigenza gigliata, che con il giocatore ha un ottimo rapporto, ma vuole coltivare bene il presente. Meglio quindi soprassedere.
Amici viene giudicato come un giocatore per il futuro, da coinvolgere da inizio anno, magari già dal prossimo quando si spera di parlare di Silver e di progetto basket che continua con ancora più forza ed ambizione. Niente “Amici 2.0”. Una scelta da una parte comprensibile, ma dall’altro può essere anche considerata come un’occasione persa. Perché con Giampaoli che deve rientrare dall’infortunio e Braa che è ufficialmente una scommessa persa, questa Brandini è terribilmente corta. Il rischio è di arrivare nei mesi di febbraio e marzo con le batterie scariche. Un giocatore insomma serve. Sicuramente under (’92 o ’93), magari un lungo per far tirare il fiato a Casadei e Capitanelli. Vogliamo troppo? Forse sì. Ma d’altronde questa squadra vince e diverte. Perché accontentarsi?
All Comments