Era arrivato a Empoli da under senza esperienza. Reduce dal professionismo della Firenze di B1 targata Everlast, tredici anni fa Daniele Mariotti si era affacciato alla Lazzeri da ventenne in cerca di avventure. Clima diverso, prospettive diverse, ma tanta voglia di trovare spazio e giocare a basket: questi i presupporti con cui iniziò l’avventura di “Mario” in maglia Use. Tredici anni dopo, Mariotti ha salutato tutti e ha lasciato il biancorosso dell’Empolese. Il lavoro nella sua Firenze, unito all’età che inesorabilmente avanza, non gli permettono più di reggere i ritmi di una Serie B che con quella maglia addosso lo ha sempre visto protagonista. Non a caso, dopo Simone Gelli, un altro capitano dell’Use che sarà ricordato per sempre è proprio lui, Daniele Mariotti da Firenze.
Daniele, il primo ricordo che ti passa in testa pensando all’Use.
“Il primo giorno a Empoli, tredici anni fa. Arrivavo dai ritmi da giovane professionista della Serie B dell’Everlast. Trovai un ambiente completamente diverso, ma che fin da subito mi lasciò addosso delle sensazioni positive. Quando arrivi all’Use, ti insegnano che cosa vuol dire indossare quella maglia e come devi giocare. Io credo di averlo capito quasi subito grazie a gente come Gelli, Ghizzani e Fontani”.
A Empoli sei diventato un giocatore importante.
“Sono arrivato a Empoli come un ragazzino immaturo e vengo via come un giocatore che deve tutto a quell’ambiente e alle persone che ho frequentato. Dirigenti, allenatori e compagni di squadra: ho imparato tanto da tutti”.
Il ricordo più bello e quello più brutto.
“Quello più bello senza dubbio la Coppa Italia del 2007. Più in generale, l’essere riusciti quasi sempre ad andare sopra alle aspettative di inizio stagione. Il più brutto, la retrocessione del 2015. Ho giocato tre finali play off. Purtroppo non ne ho vinte nemmeno una, ma posso dire di averle giocate. E questo resta un risultato che mi porto dietro con soddisfazione”.
Sei diventato un simbolo dell’Use per il tuo atteggiamento in campo. Un atteggiamento che spesso ha anche portato delle critiche…
“Ho sempre vissuto ogni partita come vita o morte, sempre sportivamente parlando. Ammetto che in campo spesso non sono simpatico, ma per me finisce sempre tutto lì. Mi fa piacere il fatto che sarò ricordato come un simbolo di questa società. Ho sempre dato tutto quello che avevo dentro, dalla prima amichevole all’ultima partita di play off”.
Mariotti saluta Empoli, ma non smette con il basket…
“Faccio un passo indietro per venire incontro ai miei impegni lavorativi. Avrei voluto smettere di giocare con la maglia dell’Use addosso. Nonostante tutto ho ancora voglia e non sono pronto per passare da tanto basket a zero basket. Insieme alla mia fidanzata Carlotta e ai miei amici, la pallacanestro è tutto per me. In Serie B mi sono ripromesso che non giocherò con altre maglie. Per questo il prossimo anno disputerò la Serie C Gold con Valdisieve (come anticipato dal nostro blog). Sono curioso di entrare in un ambiente nuovo e in un campionato che non ho mai disputato”.
Prima però c’è l’All Star Game. E la figuraccia della prima edizione da riscattare…
“Ho inviato la mia candidatura per i Verdi. Voglio riscattare la figuraccia dello scorso anno, quando non feci davvero mai canestro. L’appuntamento quindi è al Piazzale”.