Eccomi di nuovo qua, davanti alla tastiera cercando di fare un buon lavoro e provare a farvi passare qualche minuto di tranquillità davanti a queste righe. Vi scrivo alla vigilia della partenza delle #FinalEight di Coppa Italia che si disputeranno a Rimini. Proprio la scorsa puntata abbiamo parlato di pronostici e a breve sapremo come finirà, ma questa al momento è un altra storia.
Oggi infatti parliamo di #Social, che sono una componente importante del nostro lavoro. Infatti mi piace usarli per mantenere il contatto con tutti i miei amici e i tifosi che nel corso del tempo ho conosciuto (di persona e non). Alcune volte vengono usati anche per questioni di sponsor (non è il mio caso, anche se ci provo ), altre invece solo per divertirsi (questo è decisamente il mio caso).
Il mio preferito è sicuramente Instagram, in primo luogo per le foto e poi perché con i milioni di hashtag che esistono mi permette di arrivare a chiunque in qualunque parte del mondo. Ovviamente Facebook (ma solamente la mia pagina) e Twitter completano il quadro. La cosa bella di questi social è che sono collegati tra loro, e una volta pubblicata una foto e una didascalia in uno viene poi riportata in tutti gli altri: questo semplifica molto il “lavoro”. Devo ammettere che però non ho un grande processo nel decidere cosa postare e cosa scrivere , spesso lo faccio di getto perché mi trovo davanti qualcosa di carino e mi viene subito in mente una stupidata da dire.
Altre volte (come nel caso delle aste di CharityStars) mi sono invece messo a tavolino con un amico esperto in materia e abbiamo programmato post, fotografie e didascalie; anche se devo ammettere che si tratta di occasioni veramente rare. Dunque è un modo di fare personale, per questo motivo posso dire che non prendo ispirazione da qualche collega in particolare, anche se sicuramente gli americani sono anni luce avanti in questo genere di cose e si vede. Pensandoci bene però ammiro molto il modo di lavorare di Gigi Datome, tra i migliori in Italia.
Doveroso aggiungere una postilla finale: preparatevi, perché adesso che hanno messo le dirette anche su Instagram mi divertirò a sperimentarle.
A questo punto passiamo alla nota dolente del blog di oggi: gli hashtag! Ormai ho una selezione di hashtag preferiti che finiscono sempre all’interno dei miei post, alcuni sono solamente mirati alla visibilità altri invece hanno un piccolo aneddoto dietro.
#DajeChicco
È quello che mi accompagna da più tempo. Nasce a Brindisi nel 1° o 2° anno e l’ho “rubato” al mio preparatore (attualmente ancora li) @MarcoSist, originario di Aprilia. Spesso arrivando al palazzetto ci salutavamo con accento romanesco, il classico: “Bella chi’!”. Con il tempo abbiamo portato questa cavolata anche alle partite e per spronarmi, ad inizio o durante la partita, mi urlava: “Daje Chi’!” che presto si è trasformato in Daje Chicco.
#Spongebob
Questo sinceramente non ha una grande storia dietro. A volte mi è capitato di guardare il cartone animato in tv ed era talmente stupido che mi faceva morire dal ridere. Siccome a volte i post che faccio sono decisamente stupidi, beh, non ho saputo resistere!
#Ungravity
È una parola che usava sempre il mio amico @StefanoTrillo quando giocavamo al campetto. Ci illudevamo di essere degli “schiacciatori” importanti, per questo “senza gravità”, ma eravamo aiutati dai canestri più bassi! Lo diceva talmente spesso che una volta siamo stati colti dalla pazza idea di farci delle magliette: non c’e bisogno di dire come sia andata a finire.
#Underdog
Probabilmente questo è quello che ha più significato. Sempre nella mia carriera (ovunque abbia giocato) sono stato considerato “underdog”, o comunque sottovalutato, e sempre ho fatto ricredere molte persone sul mio conto. È probabilmente è l’hashtag a cui voglio “più bene”, sicuramente è quello che mi dà la carica tutte le volte che scendo sul campo.
Sperando che anche queste poche righe abbiano fatto sorridere qualcuno, vi lascio perché ho un’appuntamento importante e buona Final Eight a tutti!
Buon Basket (come dicono a Sky).
Zero