“Fortitudo sangue biancoblù” è il titolo della biografia di Davide Lamma uscita a novembre 2016, scritta a quattro mani con la penna del Corriere dello Sport Damiano Montanari, ha riscosso consensi tra il pubblico vista l’interessante carriera che ha avuto la bandiera fortitudina.
È un libro che merita senz’altro una lettura, anche per le pagine che emergono sui mesi (da febbraio a giugno 2012) trascorsi da Lamma a Firenze ai tempi della Brandini-Claag in Divisione Nazionale A.
L’attuale dirigente della effe racconta di come accettò con tranquillità la proposta dell’allora coach Riccardo Paolini (il vice era Salvetti, adesso allenatore dell’Enic), in ricerca di un veterano per sistemare lo spogliatoio. Ai tempi infatti la squadra era composta da giocatori più o meno affermati e giovani rampanti come Diego Monaldi (oggi in A con la Dinamo Sassari), Sanna, Capitanelli, Spizzichini, Giampaoli, Bellina e Alessandro Amici (oggi in A2 a Mantova). Proprio con quest’ultimo non fu semplice il primo approccio – scrive Lamma – dato che ci fu una litigata la prima partita, ma dopo questo episodio il rapporto riuscì a fiorire.
Simpatico anche un aneddoto – uno spaccato della vita del giocatore a Firenze – che conferma quanto serbi un buon ricordo della sua permanenza in Toscana. Abitava sopra un bar trattoria, il Dogali, dove ogni tanto dalla finestra calava un cestino che i proprietari riempivano di schiacciate adorate dal play bolognese. Infine spiega che Paolini, dopo che la squadra si salvò ai playout, chiese al giocatore di restare ma la società era indietro con gli stipendi e anche a Lamma spettavano dei compensi, per questo motivo decise di declinare l’offerta.