Con il termine della stagione sportiva per la squadra senior, e con le giovanili in testa al campionato dopo il girone di andata, abbiamo deciso di entrare nella casa delle Volpi Rosse Menarini al “Pala Valenti”, per fare il punto della situazione insieme al presidente Ivano Nuti e i cestisti della squadra Samuele Cini e Gennaro Giustino.
Ivano Nuti ai microfoni di BasketBlog
Presidente, quando sogna ad occhi aperti, che progetti immagina per il futuro?
“Grossi obiettivi non ne abbiamo mai avuti e non vogliamo averli. Quello che vogliamo avere è la continuità. Abbiamo iniziato con un ragazzino in palestra, ora abbiamo circa 20 ragazzi under e 16 senior che fanno due campionati nazionali. L’importante è avere sempre più persone intorno che vengono a fare un grande applauso ai ragazzi.”
Parlando di continuità, quanto vede lontano un campionato allargato a 20 squadre, ogni grande città con una squadra di basket in carrozzina, e quindi una copertura mediatica di questo sport?
“Il problema nella realizzazione di un qualcosa di simile è riuscire ad avere tanti atleti, questo non è facile. Intanto perché è uno sport che prevede un handicap motorio, inoltre è uno sport comunque costoso, che necessita una terapia intensa e degli attrezzi molto onerosi. Sarebbe un sogno, noi su questo punto di vista stiamo lavorando con il Cip (Comitato Italiano Paralimpico) per formare un’altra squadra in Toscana, per riuscirci stiamo lavorando nelle scuole con il progetto ‘Oltre l’ostacolo’. Per l’esattezza ora stiamo lavorando a Pontedera. Su questo aspetto la Toscana è ancora indietro.”
Quali sono le prime difficoltà di un atleta in carrozzina quando si affaccia a questo sport?
“Stando alla nostra esperienza, la prima difficoltà è accettare se stesso come atleta a tutto tondo. Quello su cui lavoriamo noi in palestra è l’autonomia personale. L’importante per chi ha subito un trauma, è riuscire a rimettere al centro della propria vita se stesso, accettandone anche i limiti, proprio perché è una regola che vale per tutti. Così lo sport diventa scuola di vita.”
Facciamo un giochino. Quanto ha da insegnare un atleta in carrozzina ad un normodotato? E viceversa, cosa può dare un atleta normodotato ad uno in carrozzina?
“Mi verrebbe da dire, per quanto amo lo sport, che ambedue hanno da insegnare le stesse cose. Sicuramente l’atleta in carrozzina può mostrare all’atleta in piedi la resilienza forte che può avere, cioè questa grande rinascita sulle proprie capacità residue, per diventare un atleta formidabile. Se assisti alle partite, puoi renderti conto della grande forza atletica di queste persone. Per il resta la mentalità dell’atleta resta la medesima in tutti i casi.”
Progetti sportivi a breve scadenza?
“Innanzitutto c’è da ringraziare tutti. I giocatori, gli addetti ai lavori e lo sponsor Menarini. Ora stiamo vivendo un po’ di vertigini per il primato delle giovanili, passi da gigante rispetto a due anni fa. Posso annunciare in maniera ufficiosa invece, che organizzeremo le Final Four insieme al Pistoia Basket al PalaCarrara e non abbiamo intenzione di sfigurare.”