Dagli assolatissimi pomeriggi dell’allora PalaEverlast, nei quali lavorava sui fondamentali per diventare un’ala piccola di oltre due metri, all’essere il giocatore fiorentino di basket più importante (e famoso). La parabola di Andrea Zerini è iniziata dieci anni fa e nel 2015 ha vissuto innegabilmente il momento più alto. Da promessa cresciuta all’Olimpia Legnaia, Zerini di strada ne ha fatta molta.
I primi segnali della forza di un giovane timido ed introverso li avevano intravisti Alessandro Bastagli e Roberto Russo, allora artefici della pallacanestro fiorentina dei primi anni duemila targata Everlast. Dopo un paio di anni in doppio tesseramento, alla fine “Zero” prese la via di Castelfiorentino. Una scelta che lo ha portato a fiorire lentamente lontano da Firenze, ma che si è rivelata determinante nella sua carriera.
Da quattro anni ormai Zerini è un giocatore di Brindisi, con cui nella stagione 2011/2012 ha conquistato la promozione dalla Legadue in Serie A. Nella festa di Pistoia, Zerini lanciò un segnale chiaro: quello di essere pronto per il basket italiano che conta. Anno dopo anno si è guadagnato la fiducia di Piero Bucchi, che in lui ha trovato un lungo affidabile, un italiano che si è scoperto non solo come specialista difensivo in un torneo dominato da una ingombrante (soprattutto a livello numerico) presenza di americani, ma anche come giocatore a cui affidarsi in attacco senza paura.
Dopo l’Eurochallenge, quest’anno ha disputato anche l’Eurocup, ovvero la competizione europea che viene immediatamente dopo l’Euroleague. Rispetto allo scorso torneo, le statistiche nel 2015 sono tutte migliorate (viaggia a 6,9 punti con 4,8 rimbalzi in 21,6 minuti di media).
La scorsa estate ha firmato un prolungamento biennale con la società del presidente Fernando Marino ed è diventato capitano. Prima di “inchiostrare” il nuovo accordo (su cui c’è un’uscita per diventare nuovamente free agent la prossima estate) su di lui aveva fatto un sondaggio esplorativo anche l’Olimpia Milano. Nel suo ruolo l’ItalBasket ha giocatori più affermati come Niccolò Melli e Achille Polonara, ma Zerini resta un giocatore italiano di grande solidità. L’ultimo, vero prodotto del basket fiorentino.
La Nazione 2 gennaio 2016