Squadra promossa – Non ci sono rimproveri da fare a Tourè, Lasagni, Bianchi, Caroli, Di Giacomo, Lenti, Facchino, Baggio, Furfaro e Bojovic. I dieci giocatori che hanno chiuso l’anno meritano soltanto un ringraziamento, perché hanno lavorato sodo per tutto l’anno ed hanno lottato con il cuore fino all’ultimo secondo di gara-3, giocando spesso in condizioni fisiche non perfette. La determinazione del gruppo plasmato da Stefano Salieri è l’aspetto che sarà ricordato con più piacere. Il simbolo di questa grinta leonina resterà Matteo Caroli, l’ultimo a mollare. In campo poteva sembra spesso nervoso, anche oltre il limite si dirà; in verità era la semplice espressione di un attaccamento alla maglia, di uno sfogo emotivo di un giocatore che non aveva nessuna voglia di fallire l’obiettivo. Anche le parole rilasciate a Firenze Basketblog testimoniano come su Caroli non sia presente solo la stoffa del giocatore, ma soprattutto quella dell’uomo. Bravo lui e bravi anche tutti gli altri giocatori.
Salieri rimandato a settembre – La salvezza di questa Fiorentina Basket sarebbe stata forse l’impresa più grande nella carriera di Stefano Salieri. Perché ottenuta con una squadra giovanissima – come da tradizione per Sally -, messa insieme all’ultimo (e riaggiustata più volte) e soprattutto estremamente low cost. Sul campo, sia durante la settimana che in tutti gli impegni ufficiali, si può rimproverare poco al tecnico di Castel San Pietro. Dopo un avvio stentato, l’identità della Fiorentina versione Salieri è emersa e si è sentita. La mancanza di centimetri sotto canestro è stata nascosta da una aggressività che ha spesso pagato lauti dividendi, ma ha anche lentamente svuotato il serbatoio della squadra. L’infortunio di Valentini è stato il colpo di grazia, un problema che ha tolto di mezzo un giocatore fondamentale che avrebbe garantito quantità, qualità e leadership. E soprattutto avrebbe allungato le rotazioni: la poca profondità della panchina è stato uno dei mali che ha portato alla retrocessione. Concatenato al tema degli infortuni c’è quello del mercato. Da gennaio in poi fra Salieri e la società almeno un cortocircuito – chiamatele vedute diverse, se volete – sulle decisioni da prendere c’è stato. Salieri è un integralista sulla scelta dei giocatori, non lo scopriamo ora. La società ha seguito le indicazioni del suo coach, che non voleva giocatori non adatti al suo stile di basket. Questo è stato un errore, perché almeno un giocatore – specie dopo l’infortunio di Valentini – doveva essere aggiunto in tutti i modi. Un Villani o un Giovanatto, tanto per capirsi. Così avrebbe voluto anche Massimo Piacenti, che aveva dato mandato ad Antonio Fagotti di prendere addirittura due elementi. Alla fine non è arrivato nessuno. Per questo, nell’analisi complessiva, Salieri non è né promosso né bocciato, ma rimandato a settembre. Se dovesse rimanere a Firenze anche in futuro, avrà l’occasione di farsi senza fretta – e con più scelta sul mercato – una squadra a sua misura. Ma questo è un altro discorso, sicuramente prematuro.
Società bocciata – L’operato complessivo della struttura societaria della Fiorentina Basket non è esente da colpe. Anzi. Lo ha ammesso lo stesso Antonio Fagotti nell’analisi post-retrocessione. Per questo la Fiorentina Basket, intesa come società, al suo primo anno deve battersi il petto. Sia sul fronte del campo – che resta sovrano – sia su quello della “penetrazione” in città. Vero è che nell’affacciarsi a Firenze questa nuova Fiorentina aveva troppe cose da tenere d’occhio, ma se si escludono gli appassionati della vecchissima ora, di nuovi proseliti se ne sono visti davvero pochi. Il più deluso forse sarà proprio mister All Foods Massimo Piacenti, che nel salone dei Cinquecento, nel giorno della presentazione ufficiale a settembre, aveva detto che Firenze non sarebbe più dovuta essere teatro di fallimenti societari o sportivi. Piacenti, un imprenditore che ci ha messo la faccia, si è appassionato al basket ed è una risorsa che non va dispersa. Sul mercato serviva una spinta, una forza decisionista ben diversa da quella evidenziata a più riprese. Si doveva agire meglio e con più decisione per rinforzare la squadra. Adesso però è già il momento di guardare avanti. La retrocessione porterà ad una profonda riflessione e probabilmente ad una riorganizzazione interna nel progetto Fiorentina Basket. La possibilità di essere ripescati per la prossima Serie B c’è: la Fiorentina infatti è la prima nella lista nazionale come migliore quintultima. La decisione di ripartire dalla Serie B sarà presa anche alla luce delle prospettive di nuove sinergie che potrebbero nascere e rendere questa Fiorentina più fiorentina. L’obiettivo è quello di migliorare. E come potrebbe essere diversamente?
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